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momenti di architettura


le albere


Le Albere
un quartiere di Renzo Piano a Trento
Franco Isman


C'era una volta…

le albere
lo stabilimento Michelin - foto di archivio

un grande stabilimento industriale, il principale impianto della Michelin in Italia, fondato addirittura nel 1927, arrivato ad impiegare fino a 1770 dipendenti (moltissime le donne) e dismesso nel 1997. La riqualificazione dell'area rientra nel Piano della Provincia presentato immediatamente dopo, nel 1999, al Ministero dei Lavori Pubblici ed approvato l'anno successivo. L'area di 116.000 metri quadrati viene acquistata nel 1998 dalla società Iniziative Urbane spa formata da rappresentanze del sistema creditizio e imprenditoriale della città, tra cui l'Istituto Atesino di Sviluppo. Un investimento di 350 milioni di euro, non una semplice speculazione edilizia; del resto i trentini, come i cugini altoatesini, o sudtirolesi che dir si voglia, risentono ancora (per fortuna) del senso dello Stato derivante dall'appartenenza alla vecchia e saggia Austria-Ungheria. E le due provincie autonome (dopo che i sudtirolesi avevano duramente battagliato per rimanere indipendenti da Trento, “los von Trient!” il loro grido) sono decisamente molto più ricche delle provincie a statuto ordinario. Iniziative Urbane pubblica un bando di concorso e la progettazione viene affidata alla Renzo Piano Building Workshop, poi affiancata da importanti studi locali per la parte strutturale, per quella impiantistica e per il project management.

Le Albere
la planimetria del nuovo insediamento - rendering di progetto

Un quartiere autonomo, un pezzo di città che prevede la realizzazione di 300 appartamenti, 30.000 metri quadrati per uffici ed esercizi commerciali, un auditorium, un museo della scienza, detto anche MUSE, 5 ettari di parco pubblico, un garage interrato con 2000 posti auto e 30.000 metri quadrati di strade e percorsi d'acqua. Ben 75.000 metri quadrati diverranno di uso pubblico, e museo e centro congressi saranno acquistati dalla Provincia autonoma. Il quartiere è ubicato fra il fiume Adige, al di là del quale passa la trafficatissima autostrada del Brennero, e la ferrovia, questa proprio a ridosso. L'Adige, che un tempo passava in centro alla città, era stato deviato nell'800 dall'amministrazione austroungarica per facilitare la costruzione della ferrovia; con questo insediamento si ricostituisce il vecchio rapporto fra la città e il fiume. Certo che il rumore è un grosso problema: per l'autostrada si potrà pensare all'installazione di barriere antirumore (spesso piazzate anche dove non servono a nulla), per la ferrovia è stato fatto per le linee ad alta velocità e bisognerebbe realizzarle anche qui. Dal lato ferrovia sono stati realizzati gli uffici in quanto per le abitazioni sarebbe peggio, ma è comunque un meno peggio. E' prevista la realizzazione di una passerella per pedoni e biciclette che porterà sull'altra sponda dell'Adige dove c'è la ciclo-pedonale che va da Verona forse fino a Vipiteno; verso città sono previsti tre sottopassi ciclo-pedonali e il Duomo è a poco più di dieci minuti a piedi. Queste opere sono previste nella variante 2001 al PRG che riguarda, oltre a questa, altre due zone di riqualificazione “C5”.

Le Albere
            Palazzo Le Albere

Dal punto di vista architettonico Le Albere (i pioppi in dialetto trentino, che davano il nome all'omonimo cinquecentesco Palazzo) è costituita da edifici di quattro o cinque piani, sistemati in linea o a corte, che hanno l'ambizione di richiamare quelli del centro storico ma chi scrive non vede proprio nessuna similitudine con i vecchi e nobili palazzi in pietra.

Le Albere Le Albere Le Albere
Le Albere Le Albere
Le Albere Le Albere

Il motivo caratterizzante di tutto l'intervento è costituito dagli snelli montanti in legno lamellare che scandiscono tutte le facciate; la scelta è caduta sul larice, che è il legno usate per le baite alpine, o tabià come si dice per esempio in val di Fiemme. Legno naturale, non trattato, perché l'eventuale verniciatura più o meno impregnante dovrebbe essere rifatta ogni pochi anni mentre le baite di montagna resistono anche cent'anni soltanto scurendosi nel tempo, così si afferma. C'è però una bella differenza fra i tronchi con cui sono fatte le baite e gli snelli montanti lamellari ed anche fra il secco clima di alta montagna e quello inquinato della pianura. I corrimano molto snelli che bordano i parapetti dei balconi, sempre in larice non trattato, sono destinati a rovinarsi in pochi anni, ma nutriamo seri dubbi anche sulla durata di tutta la struttura. I particolari sono in generale molto ben studiati,con la protezione in acciaio inossidabile della testa superiore dei montanti e con la bulloneria anch'essa in inox; c'è però un grave errore: l'estremità inferiore dei montanti, tagliata a 45 gradi, non può non inzupparsi con il minimo stravento e, di conseguenza, rovinarsi molto di più e prima del resto.

Le Albere Le Albere Le Albere
particolari costruttivi

Molto curato l'aspetto energetico dell'intervento: buoni isolamenti, un'unica centrale di produzione del caldo e del freddo ubicata sull'altra sponda dell'Adige, con una tele distribuzione del fluido primario (il primo esempio in Trento), un impianto geotermico pilota a servizio del museo, schermi di piante rampicanti sulle facciate ad Est degli uffici (quelle verso ferrovia), pannelli fotovoltaici su tutte le coperture. Ma con queste premesse non sembra corretto che le coperture siano tutte inclinate verso Est o verso Ovest anziché a Sud, per motivi esclusivamente estetici.

foto di Franco Isman


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  3 gennaio 2013 (viaggio del novembre 2012)